mercoledì 5 ottobre 2011

PROCESSO DESTROYER

Il processo “Destroyer” si inserisce nel settore economico della W.T.E. (Waste to Energy); è un brevetto della società Create New Technology S.r.l. di Caldonazzo (TN). E' un nuovo processo per il trattamento di rifiuti organici, che consente la contemporanea produzione di energia. La tecnologia in oggetto utilizza un processo senza fiamma che permette di trasformare i rifiuti organici in una miscela gassosa composta da idrogeno ed anidride carbonica. Si tratta di una conversione chimica basata sulla gassificazione in acido solforico combinata con un ciclo Zolfo Iodio che produce idrogeno da cui si ricava energia elettrica tramite Fuel Cells.

I processi tradizionali, invece, sono basati sulla combustione e si differenziano a seconda della quantità di aria utilizzata, passando dalla combustione in assenza di aria per la pirolisi a quella in eccesso nell'incenerimento. Tutti questi processi producono inquinanti pericolosi che vanno opportunamente trattati. In alternativa esistono processi Meccanico – Biologici (M.B.T.) che utilizzano reazioni biologiche per convertire substrati biodegradabili tramite reazioni svolte da microorganismi. Questi processi limitati ai soli substrati biodegradabili, sono molto sensibili a fattori quali temperatura e pH che limitano o annullano l’azione dei microorganismi.

Destroyer”, utilizzando l’acido solforico a basse temperature di lavoro consente di convertire i substrati evitando la formazione di inquinanti quali NOx e diossine che sono degradati completamente nel reattore. L'assenza di tali composti nell’effluente finale non richiede un loro trattamento e questo impatta in modo favorevole sia sui costi che sulla complessità e dimensioni degli impianti. Il processo essendo chimico, non ha i limiti dei processi biologici e consente pertanto di trattare anche prodotti sintetici non naturali. Le condizioni operative, fase liquida e le temperature attorno ai 300°C consentono di realizzare impianti di piccole dimensioni e basso costo adatti a piccole utenze quali aziende agricole e aree industriali. Le ceneri residue del processo sono costituite da materiali inerti che, nel caso di trattamento di prodotti agricoli o alimentari, possono trovare riutilizzo come fertilizzanti agricoli. Altro vantaggio della tecnologia è la possibilità di utilizzare i substrati ad alto ad alto contenuto di umidità senza bisogno di preventiva essiccazione. Questi substrati umidi, in genere residui alimentari, agricoli e fanghi di depurazione, risultano di difficile trattamento per i sistemi basati sulla combustione. Un loro trattamento con processi biologici è possibile ma sempre condizionato da fattori fisici o tossici per i microrganismi.

Va segnalato che le piccole dimensioni degli impianti consentono una delocalizzazione del trattamento sul territorio ed una produzione energetica capillarizzata. La tecnologia è brevettata ed è già stata testata presso un laboratorio internazionale certificato. Attualmente è in fase di ingegnerizzazione.


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